top of page

Amleto, rappresentato per la prima volta nel 1601, è forse il più celebre dramma shakespeariano. La storia del principe di Danimarca e della sua dolorosa e controversa vendetta contro gli usurpatori del trono del padre assassinato si è prestata, nei secoli, alle letture più svariate, grazie alla possibilità, che questo testo offre, di spaziare tra il macabro, il romantico e lo psicanalitico.per dirla con Pirandello, ha aperto uno squarcio nel cielo sulle nostre teste.

 

La nostra messa in scena parte inevitabilmente dalla domanda “perchè?”: perchè Amleto non compie immediatamente la sua vendetta? Perchè sua madre Gertrude tradisce il suo primo consorte? Perchè la dolce Ofelia arriva a togliersi la vita? Per rispondere, o perlomeno gettare una nuova luce su tali quesiti, è risultato indispensabile discuterli con un linguaggio il più possibile vicino alla nostra esperienza. Il castello di Elsinore è così diventato un labirinto in cui i personaggi, come figurine da fumetto, si muovono senza sapere cosa li attenda nella stanza successiva. I costumi, eccentrici e simbolici, sono serviti soprattutto a ridisegnare i caratteri e la scenografia, composta per lo più da cubi bianchi e mobili, modifica costantemente l’ambientazione, in linea con i mutamenti emotivi di Amleto. I soliloqui del protagonista, cardini della riflessione di Shakespeare, avvengono sempre in presenza di un secondo Amleto, abbigliato in maniera speculare al primo e che ne costutuisce il contraltare drammatico, l’unico vero interlocutore fino alla tragica conclusione della vicenda. Amleto tuttavia, come ogni capolavoro, presenta, accanto alla tragedia, spunti più o meno nascosti di grande comicità e il nostro intento è stato di farli emergere tutti, anche a discapito di alcune delle sottotrame presenti nel testo originale, ridotto a due soli atti per restituire un quadro che fosse sintetico e, soprattutto, organico. La forza di questo testo sta probabilmente proprio nel fatto di non risolversi mai definitivamente ed in quanto tale è stato da noi rivissuto. Shakespeare hai creato dei personaggi che ci parlano di noi, dei nostri desideri, dei nostri istinti più bassi, dei nostri dubbi più banali e di quelli più atroci: in fondo è bastato ascoltare.

Sono un titolo. Fai doppio clic.

Shakespeare: Amleto

bottom of page